Le clinoptiloliti appartengono alla vasta famiglia delle zeoliti.
Sono estratte da sedimenti sotterranei a differenza delle chabasiti che hanno origine vulcanica.
Entrambe sono alluminosilicatiidrati e cristallini con elevata capacità di scambio cationico cioè sono in grado di trattenere e rilasciare elementi a carica positiva ( cationi ) molto utili in agricoltura.
Presentano elevata porosità e nelle loro cavità interne contengono Sodio (Na) Potassio (K) Calcio (Ca) Magnesio (Mg) che scambiano con l’esterno sostituendoli con altri ioni a carica positiva quali Ammonio(Nh4+) o metalli pesanti quali Cadmio (Cd) Cromo (Cr) Nichel (Ni) ….
Una caratteristica di queste polveri di roccia è quella di assorbire le sostanze aromatiche chimicamente individuate dalle aldeidi e quindi disorientare tutti quei parassiti che utilizzano l’olfatto per individuare il fiore ( tignola ) od il frutto (mosca olearia).
Azione decisamente diretta le polveri la esplicano verso tutte le patologie di origine fungina .
E’ il caso della peronospora , dell’oidio della vite e della botrite della vite su cui ha azione disidratante.
Si applica sottoforma di polvere in abbinamento con lo zolfo o in soluzione acquosa.
Contenendo silicio la clinoptilolite contribuisce alla diffusione della luce a basse dosi (100-150 gr ettolitro) mentre esplica azione ombreggiante a fronte di dosi maggiori ( 300-350 gr ettolitro )
Nel primo caso si è verificato un netto miglioramento nella maturazione delle uve mentre nel secondo la protezione degli aromi nelle uve bianche soprattutto quando applicata in piena estate.
Per una migliore distribuzione sulle superfici si consiglia di abbinarla ad oli vegetali che fungono da tensioattivi altre che corroboranti.
Esperienza personale su vite è stata di aver quasi totalmente eliminato danni da oidio con una sola applicazione di zolfo e almeno 4 di clinoptilolite di cui tre disciolta in acqua con Sali di rame e una in polvere abbinata allo zolfo.
Dott. Agr. Alessandro MARINO MERLO
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