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  • Carlo Mucci

Riflessioni


Riflessioni ad alta voce.

Qualche giorno fa mi ha chiamato un olivicoltore ligure che aveva notato

delle galle sulle foglie dei suoi olivi e mi chiedeva se esisteva un rimedio.

Forse e sempre più spesso la formula giusta sarebbe se è possibile fare

dei tentativi per attenuare il problema.

E poi talvolta si commette l’ingenuità di vedere in quella foglia deformata

il “problema” quando invece il nostro sguardo dovrebbe cercare altrove la

causa di ciò.

E’ vero che la maggior parte delle volte un insetto o un fungo sono gli

autori materiali ma è doveroso farsi delle domande.

Perché quel patogeno forse esistitente da molto tempo ha fatto breccia

nella foglia di una pianta millenaria provocandone vistose deformazioni ?

Nel cercare una risposta ci accorgiamo che nella storia che ci stiamo

raccontando compare anche la pianta e lo fa non solo nei suoi

componenti strutturali ( superfici vegetali, vasi di conduzione , foglie e

radici ) ma anche nelle sue capacità “emotive” di dialogare con l’ambiente

che la circonda ivi compresi insetti e funghi.

Perché la pianta non è stata capace di tenerli fuori e ha ceduto alla loro

invasione?

L’hanno trovata debole oppure per lei questa deformazione foliare non

rappresenta poi quel dramma che ci siamo immaginati.

Quella foglia continua a fare fotosintesi e ad alimentare il sistema

vegetale ??

Prima di aver chiaro questo secondo me ha poco senso eliminare

quell’insetto o quel fungo.

Mi sembra un occasione troppo ghiotta per non ricordare che le piante si

ammalano quando stanno male.

Ecco che il coltivatore diviene il cardine di tutto.


E’ lui che decide cosa è meglio fare e non deve delegare , certo si deve

confrontare e poi prendere in autonomia una decisione.

E in ogni caso la strada degli insetticidi è ormai un vicolo cieco e si sa che

poi muoiono anche gli insetti “buoni”.

Come dice il prof. Bruno Bagnoli ,uno degli entomologi più illuminati che

abbia mai incontrato, gli insetti cattivi non esistono ma ci sono

popolazioni che per motivi diversi prendono il sopravvento e lo fanno

quasi sempre per periodi di media durata.

Prima che poi arriva l’insetto libera tutti che ovviamente tutti ci

auguriamo che non dia vita ad una nuova popolazione invadente.

Semmai la nostra attenzione si deve dedicare anche al contesto generale

iniziando dallo stato di salute dei suoli , dalla loro permeabilità, dal manto

erboso che li ricopre, dalla possibilità di fonti di sostanza organica da

trasformare in prezioso humus con la complicità dei microrganismi.

In agricoltura non vige la regola del “tutto e subito” ma dubito ci siano

settori dove la formula funziona e quindi è bene mantenere la giusta

calma e analizzare le novità da più punti di vista.

E’ come se una malattia venisse a ricordarci che ci siamo dimenticati delle

buone pratiche agricole una su tutte quella di favorire la vita nella madre

terra.

Non sempre è così ma molto spesso.

Sovesci e apporto di organici abbinati a polveri di roccia è quanto vi

consiglio a prescindere da tutto e tutti.

Naturalmente non pretendo che quanto sopra sia l’unica visione del

mondo agricolo.

Buona lettura restando in attesa di vostre considerazioni preziose.

Alessandro MARINO MERLO

Agrologo


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