
Riflessioni ad alta voce.
Qualche giorno fa mi ha chiamato un olivicoltore ligure che aveva notato
delle galle sulle foglie dei suoi olivi e mi chiedeva se esisteva un rimedio.
Forse e sempre più spesso la formula giusta sarebbe se è possibile fare
dei tentativi per attenuare il problema.
E poi talvolta si commette l’ingenuità di vedere in quella foglia deformata
il “problema” quando invece il nostro sguardo dovrebbe cercare altrove la
causa di ciò.
E’ vero che la maggior parte delle volte un insetto o un fungo sono gli
autori materiali ma è doveroso farsi delle domande.
Perché quel patogeno forse esistitente da molto tempo ha fatto breccia
nella foglia di una pianta millenaria provocandone vistose deformazioni ?
Nel cercare una risposta ci accorgiamo che nella storia che ci stiamo
raccontando compare anche la pianta e lo fa non solo nei suoi
componenti strutturali ( superfici vegetali, vasi di conduzione , foglie e
radici ) ma anche nelle sue capacità “emotive” di dialogare con l’ambiente
che la circonda ivi compresi insetti e funghi.
Perché la pianta non è stata capace di tenerli fuori e ha ceduto alla loro
invasione?
L’hanno trovata debole oppure per lei questa deformazione foliare non
rappresenta poi quel dramma che ci siamo immaginati.
Quella foglia continua a fare fotosintesi e ad alimentare il sistema
vegetale ??
Prima di aver chiaro questo secondo me ha poco senso eliminare
quell’insetto o quel fungo.
Mi sembra un occasione troppo ghiotta per non ricordare che le piante si
ammalano quando stanno male.
Ecco che il coltivatore diviene il cardine di tutto.
E’ lui che decide cosa è meglio fare e non deve delegare , certo si deve
confrontare e poi prendere in autonomia una decisione.
E in ogni caso la strada degli insetticidi è ormai un vicolo cieco e si sa che
poi muoiono anche gli insetti “buoni”.
Come dice il prof. Bruno Bagnoli ,uno degli entomologi più illuminati che
abbia mai incontrato, gli insetti cattivi non esistono ma ci sono
popolazioni che per motivi diversi prendono il sopravvento e lo fanno
quasi sempre per periodi di media durata.
Prima che poi arriva l’insetto libera tutti che ovviamente tutti ci
auguriamo che non dia vita ad una nuova popolazione invadente.
Semmai la nostra attenzione si deve dedicare anche al contesto generale
iniziando dallo stato di salute dei suoli , dalla loro permeabilità, dal manto
erboso che li ricopre, dalla possibilità di fonti di sostanza organica da
trasformare in prezioso humus con la complicità dei microrganismi.
In agricoltura non vige la regola del “tutto e subito” ma dubito ci siano
settori dove la formula funziona e quindi è bene mantenere la giusta
calma e analizzare le novità da più punti di vista.
E’ come se una malattia venisse a ricordarci che ci siamo dimenticati delle
buone pratiche agricole una su tutte quella di favorire la vita nella madre
terra.
Non sempre è così ma molto spesso.
Sovesci e apporto di organici abbinati a polveri di roccia è quanto vi
consiglio a prescindere da tutto e tutti.
Naturalmente non pretendo che quanto sopra sia l’unica visione del
mondo agricolo.
Buona lettura restando in attesa di vostre considerazioni preziose.
Alessandro MARINO MERLO
Agrologo
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