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Carlo Mucci

L'USO DEL SILICIO IN AGRICOLTURA


Il Silicio è definito l’elemento dimenticato. Questo elemento è stato cruciale per l’evoluzione e lo sviluppo della vita sul pianeta Terra, e lo possiamo ritrovare combinato sotto varie forme come costituente dei feldspati e dei quarzi. Si tratta dei minerali più diffusi sulla crosta terrestre (silicati) componenti di rocce magmatiche, sedimentarie o di altro tipo. Il Silicio è anche il principale componente di una particolare classe di meteoriti (aeroliti).

Vari organismi viventi utilizzano la Silice (ione silicato) come costituente per la conformazione della propria struttura. Tra questi vi sono le diatomee (alghe unicellulari), moltissimi cereali ed altre piante come l’Equiseto e la Canna da zucchero. Senza il Silicio la vita non potrebbe esistere; questo elemento è in grado di svolgere funzioni importantissime per le piante anche all’interno del terreno poiché insieme al calcio gioca un ruolo decisivo per il loro metabolismo ed anche nella resistenza agli stress.

Nella moderna agricoltura industriale ci si è concentrati quasi esclusivamente sull’incremento delle rese (azoto); per questo motivo le piante sono divenute un concentrato di acqua e sale privo di forze vitali. Ma soprattutto nella moderna agronomia ci si era dimenticati del fatto che i vegetali rappresentano un concentrato di forze solari (che devono veicolare al meglio) da cui dipendono.

Rudolf Steiner già nel 1924 suggerì l’uso del Silicio nella sua forma minerale (quarzo, ortoclasi, feldspati) e nella sua forma organica (Equisetum arvense, detto anche Equiseto o Coda cavallina) per via delle caratteristiche uniche. È presente naturalmente nelle argille e nelle sabbie, ed è uno degli elementi più abbondanti sulla crosta terrestre. Goethe, in merito alle sue proprietà, lo definì “luce condensata”. Non a caso è utilizzato nella realizzazione della fibra ottica, nei pannelli fotovoltaici e nei circuiti elettronici. Si tratta di un elemento che ha una notevole affinità con le forze della luce. Sempre Steiner lo definì anche “l’architetto della luce” per la capacità di ottimizzare la gestione della luce da parte dei vegetali. Consigliò l’uso del preparato 501 (a base di Silicio) per garantire ai vegetali un armonico sviluppo delle parti aeree, una buona maturazione dei frutti e la prevenzione delle malattie fungine (il 501 è polare al preparato 500 che invece agisce sul terreno e sull’apparato radicale). Non bisogna dimenticare che la pianta si nutre principalmente di luce attraverso la fotosintesi. L’intero metabolismo della pianta è regolato dalla luce solare. Il termine stesso “fotosintesi” sta ad indicare “costruzione e assemblaggio tramite luce.

Da qui emerge la necessità di favorire al meglio la relazione tra pianta e luce solare poiché da questa dipende la formazione di composti organici fondamentali come zuccheri vari, polifenoli e altri composti aromatici, acidi grassi (oli), cellulosa e lignina. Questi ed altri composti organici svolgono un ruolo fisiologico determinante per la pianta, risultando fondamentali per la qualità, per il valore nutrizionale intrinseco dell’alimento, per il sapore, i profumi e gli aromi.

Solo in epoca recente, però, la ricerca agronomica ha evidenziato i molteplici ruoli svolti dal Silicio nelle sue varie forme, soprattutto per quanto riguarda la formazione dell’epidermide e la costituzione dei tessuti vegetali. Un’epidermide omogenea e ben strutturata funge da barriera protettiva nei confronti dei patogeni. Vi sono numerose prove che dimostrano come il Silicio possa limitare gli effetti negativi di svariati stress di natura biotica e abiotica (Epstein, 1994; Liang et al., 1996; Epstein, 1999; Liang et al., 1999; Liang & Ding, 2002; Ma, 2004). Lo stesso Silicio può fungere da “barriera meccanica” protettiva (Cheng et al, 1989). Si assiste inoltre ad un generale miglioramento delle qualità organolettiche.

Si riportano anche alcuni dati relativi all’incontro “Siliforce day” - Silicio: qualità nelle produzioni agricole (Bologna, 24 marzo 2009). Alessandra Trinchera, CRA-RPS Roma.

· Il Silicio migliora la “struttura” delle fibre vegetali.

· Il Silicio sembra prevenire diverse carenze nutrizionali e limitare la tossicità di alcuni metalli.

· Spray fogliari a base di Silicio hanno portato benefici in termini di riduzione delle parassitosi su colture in campo.

· Il Silicio può essere accumulato dalla pianta nel sito di infezione da funghi, al fine di combattere la penetrazione della parete cellulare da parte del fungo attaccante.

· Incrementa la qualità, la conservabilità e la resistenza al danneggiamento delle produzioni.

(Sonobe et al., 2009; Coté-Beliaeu et al., 2009)

Fondazione Le Madri

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