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Carlo Mucci

IL CONTROLLO DEGLI AFIDI (O PIDOCCHI DELLE PIANTE) Strategie di prevenzione e rimedi naturali

"Numerose malattie delle piante, se non tutte, possono venire eliminate con una razionale preparazione del concime, purché si proceda giustamente"

Rudolf Steiner

Uno dei problemi più noti e diffusi in agricoltura è senza dubbio quello legato alle infestazioni di afidi (i cosiddetti pidocchi delle piante). Questa tipologia di parassita può recare problemi su svariate colture, ed i settori solitamente più colpiti risultano orticoltura e frutticoltura. Va sottolineato che esistono molte specie di afidi con caratteristiche diverse; in questa scheda cercheremo dunque di definire gli elementi principali e generici per il controllo (tramite rimedi naturali) e soprattutto per la prevenzione agronomica di questo problema. Per un approccio in sintonia con i princìpi dell’agricoltura biodinamica occorre agire su diversi livelli applicando un orientamento integrato, rinunciando ovviamente all’uso della chimica di sintesi e di altri agenti nocivi e inquinanti. Occorre dunque agire su tre punti fondamentali: • La prevenzione. • L’uso di rimedi naturali. • L’azione dei nemici naturali. Il rispetto dei punti sopra citati consente di ottenere anche risultati stabili e duraturi, frutto di una condizione di equilibrio e salubrità dell’agroecosistema (o organismo agricolo).

LA PREVENZIONE Per poter prevenire al meglio la comparsa degli afidi (così come di altre patologie) è fondamentale applicare una sana agronomia di base utilizzando concimazioni equilibrate, sane e corrette. Questo fattore è importante perché molto spesso la comparsa di afidi è determinata da un eccesso di azoto, e soprattutto da una abbondanza di sali azotati in forma idrosolubile. Un uso eccessivo di sostanze azotate, soprattutto in forma idrosolubile, determinerà la formazione di tessuti vegetali teneri, molli e fragili diventando elemento attrattivo e terreno ideale per la proliferazione di svariati organismi patogeni (non solo afidi, o altri fitofagi, ma anche funghi e batteri). Una presenza eccessiva di azoto all’interno della pianta può provocare diverse conseguenze negative, tra cui tessuti meccanici di sostegno poco sviluppati, cuticola sottile e tessuti non lignificati (con diminuzione delle autodifese). La cuticola ad esempio svolge una funzione protettiva nei confronti di foglie e di rami giovani, per cui la sua strutturazione ottimale ed il suo spessore risultano determinanti per il benessere della pianta. I tessuti tegumentali sono tessuti vegetali maturi che hanno avuto modo di differenziarsi e specializzarsi, il cui compito è proprio quello di proteggere la pianta. L’abbondanza di azoto in forma idrosolubile determina anche un’abbondanza di linfa grezza non elaborata che è uno dei principali elementi attrattivi per gli afidi, facilitati nella loro azione anche dalla fragilità dei tessuti di rivestimento della pianta. La corretta strutturazione dei tessuti, e la miglior qualità della linfa, è dunque favorita da concimazioni sane ed equilibrate (come compost biodinamico ben trasformato, humus di lombrico e sovesci plurispecie). Una nutrizione ideale ed equilibrata invece consente alla pianta di svolgere al meglio il processo della fotosintesi favorendo una corretta maturazione dei tessuti (di tutti i tessuti). In tal senso risulta utilissimo anche l’impiego del preparato 501. Questo preparato agisce favorendo al meglio le forze solari ed il processo della fotosintesi. Come ulteriore fattore agronomico di prevenzione sarà importante evitare stress alla coltura. Uno dei punti di forza dell’agricoltura biodinamica è dato dall’uso del 500K poiché questo preparato è in grado di favorire l’umificazione della sostanza organica all’interno del terreno ed il miglior sviluppo radicale da parte delle piante. Si tratta di fattori utilissimi nella prevenzione delle patologie. Attraverso la prevenzione dobbiamo evitare che si creino le condizioni per la comparsa e la proliferazione della malattia, e per questo motivo dovremmo sempre domandarci perché è comparso un determinato problema. La corretta nutrizione del suolo (e soprattutto la sua vivificazione) pone le basi per lo sviluppo di piante sane e vitali, così come la cura dell’habitat. Occorre dunque applicare tutte le buone pratiche per la tutela e la valorizzazione della naturale biologia del suolo, favorendo organismi e microrganismi terricoli.

RIMEDI NATURALI Come rimedi naturali da impiegare alla manifestazione del problema possiamo disporre di diverse soluzioni. È importante sottolineare comunque che questi “trattamenti” vanno utilizzati con tempestività alla comparsa dei primi sintomi. Risulta quindi fondamentale anche il monitoraggio delle colture per evitare sorprese o colpevoli ritardi negli interventi. Ecco alcuni rimedi naturali utili nel controllo diretto degli afidi: macerato di Assenzio + sapone di Marsiglia, macerato di Aglio + sapone di Marsiglia, zeolite micronizzata (2kg / 100lt) + pròpoli + Quassia amara, macerato di Ortica (di 12-24 ore), Azadiractina, rimedi agro-omeopatici, zeolite micronizzata (2kg / 100lt) + Azadiractina + EMa. Ognuno di questi rimedi (e ognuno di questi mix) dovrà essere utilizzato in maniera adeguata, arrivando anche a ripetere i trattamenti periodicamente durante tutta la fase critica. La frequenza degli interventi dipende dal grado di pressione del fitofago.

NEMICI NATURALI Anche gli afidi dispongono di svariati nemici naturali (i cosiddetti insetti utili). Per favorire la presenza e l’attività di questi insetti utili è importante che il contesto ambientale sia il più possibile integro e sano. Ciò significa rinunciare all’uso di veleni e di composti chimici nocivi, ma significa anche garantire la presenza di siepi, fasce boscate, alberature, piante nutrici (mellifere e nettarifere), inerbimenti o altre infrastrutture ecologiche in grado di ospitare e sostenere questi importanti organismi. I principali nemici naturali degli afidi sono costituiti da coleotteri coccinellidi, ditteri sirfidi, neurotteri crisopidi e da imenotteri. Si tratta di un importante tassello utile per l’equilibrio e la stabilità dell’agroecosistema, ed è per questo motivo che Rudolf Steiner già nel 1924 parlava dell’organismo agricolo come principio di fondo per la realizzazione di una sana agricoltura. Attraverso la formazione di questo “organismo” si va a definire un insieme armonico ed equilibrato in grado di garantire la miglior stabilità ecologica possibile (l'azione e l'attività dei vari organismi utili è conseguente ad una sana e rispettosa gestione dell'habitat). A volte, purtroppo, a complicare le cose ci si mettono anche le formiche… le quali in caso di infestazione di afidi arrivano anche ad allevarli e proteggerli per nutrirsi del liquido gelatinoso zuccherino prodotto dopo aver succhiato la linfa della pianta. Le formiche apprezzano questa sorta di melata prodotta appunto dagli afidi, e per questo li tutelano. Ma, come ribadito sopra, ciò che conta maggiormente è la prevenzione, in modo da arrivare ad eliminare alla base le cause e l’origine del problema.

F.Fioravanti


CACCIATRICE DI AFIDI

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